MILANO, AREA BOVISA

RESIDENZA SOCIALE PER STUDENTI


Il tema di progetto qui proposto ha riguardato la progettazione di luoghi pubblici e di edifici per la residenza sociale, dei quali si sono approfondite le relazioni con la complessità funzionale ed infrastrutturale della realtà urbana contemporanea.​
Si è quindi iniziato un processo di progettazione volto alla definizione dello spazio aperto, dove gli edifici possono essere visti come una particolare concentrazione di materia edilizia all’interno di un più generale progetto del suolo. In particolare si è posta una dovuta importanza al problema della logica costruttiva, intesa come un insieme di coerenze logiche tra spazio, linguaggio, distribuzione, tecnologia, impianti e strutture, contro l’arbitrarietà della forma. 
Le aree di intervento sono a Milano, in zona Bovisa.
Dopo un analisi del contesto specifica sono stati redatti un concept plan ed un masterplan; la prima fase del progetto è stato applicare il concetto di "Housing Sociale" in maniera tale da andare a creare un complesso edilizio che ben si rapporti con lo spazio pubblico della città oggetto di modifica. Inoltre, parallelamente a questo, obiettivo importante era progettare una residenza per studenti che ben andasse a soddisfare i loro bisogni.
Le regole ed i criteri rispettati in sede di progetto sono stati i seguenti: non sono stati previsti spazi aperti privati al piano terra; tutti gli alloggi hanno almeno uno spazio esterno; il taglio degli alloggi e proporzioni da mantenere possono essere così riassunte: 10% monolocali (35-40 mq); 30% bilocali (45-50 mq); 50% trilocali (75-80 mq); 10% quadrilocali (100-125 mq).
In più, si è evidenziata l’importanza dello spazio verde antistante: per fare ciò si sono creati dei collegamenti diretti fra la zona interna del lotto ed il parco pubblico esistente, in maniera tale da andare a creare non solo un passaggio e quindi una relazione con quanto già esistente, ma anche per far nascere una centralità attrattiva nell’area.
Ad enfatizzare ulteriormente il concetto si è ideato l’intero piano terra lasciandolo libero per spazi commerciali di diversa natura; non ci sono quindi appartamenti.
In conclusione lo spazio aperto pubblico è stato quindi progettato con criteri di permeabilità fisica e raggiungibilità, accessibilità e polivalenza funzionale.
In secondo luogo si sono mantenuti i fronti stradali permeabili con un corpo edilizio a forma di “L” che segue il perimetro stradale anche all’angolo proprio per aumentare ancor di più il legame del nuovo complesso con quanto già costruito nelle vicinanze.
Per risolvere invece il problema di due fabbricati a facciata cieca si è ipotizzato un edificio a “C” perpendicolare ad essi in maniera tale da coprirne i fronti ciechi.
Infine è stata creata una residenza per studenti in fondo al lotto in maniera tale che risulti non solo il “punto d’arrivo” dei percorsi già precedentemente citati, ma che sia anche un organismo a sé stante e autonomo rispetto ai complessi residenziali a “C” ed a “L” che condividono con esso la stessa superficie edificata: in questo modo, seppur non in una posizione ottimale, il complesso assume il giusto significato rispetto all’area soggetta ad esame.


(Documento completo: "Laboratorio di Composizione Architettonica, Gruppo 3D", 2013, redatto da Zizolfi Davide in collaborazione con Maggi Riccardo, Marchesi Federica e Oberti Alessandra).